
Estate e benessere: la lavanda tra storia e scienza
È arrivata l'estate, con le sue lunghe giornate, ma anche con qualche sfida per il nostro benessere. Il caldo intenso, i ritmi comunque frenetici e i cambiamenti della routine quotidiana possono mettere a dura prova non solo l’equilibrio psicofisico, ma anche la salute della pelle.
Non è raro, per esempio, che proprio in questi mesi si manifesti maggiormente un’alterazione della qualità del sonno o un aumento dello stress. Le cause? Le notti più corte, la variazione dei ritmi di vita, le elevate temperature, nonché una maggior esposizione ai rumori notturni e agli insetti, come le zanzare, sono alcuni semplici esempi di situazioni che ciascuno di noi può avere sperimentato.
Inoltre, in estate aumentano i fattori di rischio legati a una più intensa esposizione della pelle ai raggi ultravioletti (UV): disidratazione, ustioni solari, desquamazione ed irritazioni di varia natura, tra cui quelle dovute ad un eccesso di sudorazione.
In questo articolo scopriremo in che modo può venirci in aiuto la lavanda, una pianta simbolo dell’estate, tra uso tradizionale e nuove scoperte scientifiche.
La lavanda: un lungo viaggio tra storia e tradizione
La lavanda (Lavandula angustifolia Mill., che è considerata la vera lavanda) è una pianta perenne tipica delle regioni mediterranee occidentali, in particolare le coste della Spagna, della Francia e dell’Italia, dove cresce spontaneamente come arbusto compatto in terreni semiaridi e calcarei, ben soleggiati. Fiorisce tra la fine della primavera e l’inizio dell'estate, ed è facilmente riconoscibile in quanto le infiorescenze a spiga non sono ramificate, come in altre specie o negli ibridi, quali il meno pregiato lavandino; il caratteristico colore viola o lilla dei suoi fiori e l’intenso profumo, dovuto agli oli essenziali contenuti nei fiori, ne hanno favorito la diffusione in tutto il mondo come pianta ornamentale e da profumo, ma anche per uso nutraceutico e cosmetico.
Ma se i campi di lavanda richiamano immediatamente alla nostra memoria la Provenza, la sua origine si intreccia tra storia e leggenda. Le prime fonti risalirebbero a Dioscoride, che citò l'erba odorosa stoikhas (στοιχάς), dal nome dalle isole Stœchades, un arcipelago davanti alle coste della Francia meridionale, attualmente chiamate Îles d'Hyères; si ritiene che questa lavanda fosse la L. stoechas L., nota anche come “lavanda francese”.
Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis historia, riporta il nardo, una pianta citata più volte anche nella Bibbia, dal Cantico dei Cantici ai Vangeli come simbolo di amore senza misura, ma non è chiaro a quale pianta si riferisse il celebre studioso romano, se cioè alla lavanda (che i Greci chiamavano nárdos, νάρδος) o al nardo vero e proprio (Nardostachys jatamansi (D.Don) DC.), una pianta himalayana che, venendo da molto lontano, era considerata assai preziosa. Nel Rinascimento anche il medico senese Mattioli affrontò la questione, sulla quale è praticamente impossibile dire l’ultima parola, per la difficoltà di identificare un genere così polimorfo secondo i criteri scientifici attuali, a partire da fonti antiche spesso incongruenti.
Mito o realtà che sia, è noto che già gli antichi Egizi conoscevano la lavanda e la utilizzavano per preparare unguenti e oli profumati, impiegati nella mummificazione, mentre gli antichi Romani, gli esperti dell’antichità in fatto di igiene personale, aggiungevano i fiori all’acqua dei bagni per profumare, detergere e tonificare il corpo, da cui l’odierno nome comune di lavanda, dal gerundio del verbo latino lavāre; in entrambi i casi è evidente che oltre al “profumo di pulito”, che noi tuttora associamo alla lavanda, erano note, seppur in forma empirica, le proprietà disinfettanti (oggi diremmo antisettiche ed insetto-repellenti) di questa pianta, da cui probabilmente nacque anche la credenza che la lavanda tenesse lontano gli spiriti maligni.
Nel Medioevo la lavanda continuò a essere coltivata negli orti dei monasteri, anche a Nord delle Alpi, favorita probabilmente dal riscaldamento climatico del IX-XIV sec., quale ingrediente fondamentale per le preparazioni erboristiche, come testimoniò Ildegarda di Bingen. Le sue proprietà “purificanti” continuarono ad essere talmente rinomate che veniva utilizzata durante le epidemie di peste, un’abitudine che in qualche modo continua ancora oggi nell’uso comune per allontanare parassiti sgraditi da ambienti e biancheria.
Durante il Rinascimento, con il perfezionamento delle tecniche di distillazione, si consolidano le proprietà cosmetiche della lavanda, aprendo la strada a quell’importanza economica del suo olio essenziale che ha meritato ai fiori di lavanda l’appellativo di “oro blu”.
Oggi alla lavanda si attribuiscono proprietà sedative, antidepressive, digestive, antisettiche, antiparassitarie; tutte queste attività sono state confermate dalla ricerca scientifica.
Per il relax e un sonno sereno
Sappiamo che i sintomi dell'insonnia riguardano circa un italiano su 3, e che essa sia un fattore di rischio significativo per molte malattie croniche. La lavanda vanta un uso tradizionale molto antico come rimedio naturale per favorire il rilassamento e il sonno: è nota infatti l’usanza di inserire fiori di lavanda nei cuscini per aiutare l’addormentamento; uno studio preclinico condotto dall’Università degli Studi di Napoli Federico II (dati non pubblicati, 2022) fornirebbe un razionale scientifico a tale impiego: il nostro estratto di lavanda titolato in polifenoli (min. 8%) è infatti in grado di inibire in maniera dose-dipendente il rilascio del cortisolo nella stessa misura della scutellaria (usata come controllo). Lo studio è stato condotto su cellule di carcinoma surrenalico umano, un modello comune per studiare l'azione di molecole ansiolitiche.
L'alleata antiossidante della tua pelle
Il sole estivo, sebbene benefico per l'umore e le ossa, può esporre la nostra pelle a un maggiore stress ossidativo. I polifenoli, di cui è ricca la lavanda, sono potenti antiossidanti naturali in grado di contrastare i danni causati dagli agenti che provocano stress ossidativo, e mantenere così la pelle sana e giovane.
L'estratto di Lavanda made in EPO
Il nostro estratto secco di Lavandula angustifolia Mill. grazie alla standardizzazione in polifenoli, con una titolazione superiore all'8%, è ideale sia per gli integratori che per la cosmesi; per i malesseri, come stati di inquietudine, insonnia e disturbi funzionali epigastrici (quali gastrite e colite nervosa), che dipendono molto dallo stress, la nostra lavanda potrebbe risultare utile, in quanto ha dimostrato, in un test in vitro, la sua efficacia nell’inibizione del cortisolo endogeno, il cosiddetto “ormone dello stress”. Inoltre, la sua certificazione DNA, o identificazione molecolare, ne garantisce l'autenticità e la purezza, distinguendola da ibridi di minor valore, spesso utilizzati nell'industria dei profumi.
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