Alcaloidi pirrolizidinici: i rischi per la salute

Alcaloidi pirrolizidinici: i rischi per la salute

Sostanze naturali e salute non sempre vanno di pari passo. È il caso degli alcaloidi pirrolizidinici (PA), un gruppo di alcaloidi derivanti dalla pirrolizidina che comprende composti molto tossici per l’uomo. Scopriamo di che cosa si tratta. 

Che cosa sono e dove si trovano gli alcaloidi pirrolizidinici

Gli alcaloidi pirrolizidinici sono prodotti dalle piante per difendersi da parassiti ed erbivori e sono stati identificati in circa 6.000 specie vegetali. Si trovano principalmente in alcune famiglie delle Boraginaceae, Asteraceae, Orchidaceae e Leguminosae, ma anche nelle Convolvulaceae e Poaceae e in almeno una specie delle Lamiaceae. Si stima che nel mondo il 3% delle piante da fiore contengano tali sostanze

I PA noti come PA 1,2-insaturi sono dei potenziali cancerogeni genotossici, ovvero possono causare danni al DNA nel lungo termine. Sono sospettati inoltre di avere un’elevata epatotossicità acuta e cronica. La pericolosità degli alcaloidi pirrolizidinici non è una scoperta recente: casi di tossicità epatica dovuti all’ingestione di piante come senecio, eliotropio e crotalaria sono documentati fin dagli anni ‘20. 

Al di là dei casi isolati, il pericolo si fa più esteso a causa del fenomeno della contaminazione. Molte piante PA produttrici sono infatti infestanti: crescono e fioriscono insieme alle piante coltivate e sono difficili da identificare e separare a raccolto avvenuto. 

I rischi maggiori sono quelli per i consumatori abituali di tè, infusioni di erbe e miele, ma anche il mangime per animali può esserne contaminato. Gli alcaloidi pirrolizidinici possono giungere in questi alimenti attraverso le erbe selvatiche oppure, nel caso del miele, attraverso i pollini. 

La valutazione EFSA sui rischi degli alcaloidi pirrolizidinici

Se è vero che l’uomo è da sempre esposto a tali sostanze attraverso la dieta, negli ultimi anni i PA sono stati tenuti sotto osservazione dagli esperti dell’EFSA. Nel 2011 una prima consulenza aveva valutato l’impatto sulla salute degli alcaloidi pirrolizidinici presenti in alimenti e mangimi. Era stata evidenziata una preoccupazione sanitaria per forti consumatori di miele, il solo alimento per il quale fossero allora disponibili dati sui livelli di PA. 

Le valutazioni sono proseguite nel corso degli anni, portando nel 2017 a un aggiornamento che tiene conto della presenza di tali tossine anche in tè, infusioni di erbe e integratori alimentari. L’esposizione ai PA presenti in questi alimenti rappresenta un potenziale problema per la salute umana, in particolare per assidui consumatori di tè e infusioni di erbe, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione. I ricercatori hanno stabilito un nuovo punto di riferimento di 237 μg/kg di peso corporeo al giorno per valutare i rischi cancerogeni posti dagli alcaloidi pirrolizidinici. 

Rispetto al 2011, sono stati individuati 17 nuovi alcaloidi pirrolizidinici in alimenti e mangimi che devono continuare a essere monitorati, mentre proseguono gli studi sulla tossicità e sulla cancerogenicità di quelli più comunemente presenti. 

Come prevenire la contaminazione da alcaloidi pirrolizidinici

La presenza di alcaloidi pirrolizidinici nei prodotti alimentari può essere ridotta al minimo o prevenuta applicando buone pratiche agricole e di raccolta. La raccolta manuale, per esempio, è una pratica molto utile per individuare ed eliminare le piante infestanti PA produttrici nelle coltivazioni, ma difficilmente può essere applicata su larga scala. 

A scopo preventivo, l’EFSA ha fissato un tenore massimo nei prodotti alimentari che contengono livelli significativi di alcaloidi pirrolizidinici. Per un prospetto completo, è possibile consultare l’allegato al regolamento (UE) 2020/2040 della Commissione dell’11 dicembre 2020

È stato anche fissato un periodo transitorio per i prodotti immessi in commercio prima del 1 luglio 2022, che potranno rimanere sul mercato fino al 31 dicembre 2023. 

Alcaloidi pirrolizidinici: le misure di EPO

In quanto azienda produttrice di estratti botanici, EPO si è mossa fin dal 2016 per verificare i rischi legati alle nostre materie prime, valutando per ciascun prodotto la parte di pianta utilizzata, il metodo di raccolta e la provenienza geografica. In questo modo, abbiamo potuto identificare il livello di rischio e definire misure e azioni di monitoraggio specifiche

Abbiamo condiviso queste informazioni con i nostri fornitori, coi quali collaboriamo attivamente, e con i clienti; aggiorniamo regolarmente le schede tecniche dei nostri prodotti alla luce di nuovi sviluppi del quadro normativo. Il nostro team di Quality Assurance & Regulatory Affairs è a disposizione per qualsiasi chiarimento. 

Crediamo che la ricerca e gli sforzi per una filiera più controllata e responsabile siano fondamentali per tutelare la salute di tutti, nel campo degli alcaloidi pirrolizidinici e non solo. 

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