Piante medicinali ed aromatiche: coltivazione o raccolta?

Piante medicinali ed aromatiche: coltivazione o raccolta?

Secondo un’analisi di Fortune Business Insights, il mercato globale della medicina erboristica passerà dai 165,66 miliardi di dollari del 2022 ai 347,50 miliardi di dollari entro il 2029. Una crescita senza precedenti, anche in conseguenza della pandemia da Covid-19, quando le persone si sono rivolte alla medicina tradizionale per difendersi dall’infezione.

Tuttavia, già dal 2001 al 2014 il mercato globale delle piante officinali (MAP) era triplicato, grazie alla loro versatilità che ne consente l’impiego in molteplici settori, quali alimenti e mangimi, additivi e integratori alimentari, cosmetici, dispositivi medici e farmaci, biocidi e altro ancora.

Sostenibilità a lungo termine a rischio

Fino ad anni recenti la produzione di botanicals si è basata principalmente sulla raccolta spontanea. Una pratica che non è dannosa di per sé ma che, con la crescente pressione della richiesta commerciale, il sovrasfruttamento, il commercio illegale e i cambiamenti climatici, potrebbe comportare un rischio di estinzione per moltissime specie di piante medicinali, con gravi ripercussioni sui loro habitat e le comunità di riferimento.

Secondo lo studio Medicinal and Aromatic Plants: Trade, Production and Management of Botanical Resources attualmente nel mondo per soddisfare la domanda di MAP viene utilizzata almeno una pianta da fiore su quattro. Per la valutazione sulla sostenibilità dell’uso delle specie selvatiche pubblicata a inizio 2022 dall’Inter-governmental Science Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) una persona su cinque al mondo fa affidamento su piante, alghe e funghi selvatici per il proprio cibo e reddito. La Lista Rossa dell’IUCN stima che oltre il 20% delle specie vegetali utilizzate a livello globale per scopi medicinali e aromatici sia minacciata di estinzione.

Secondo il database della CITESConvention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora – e altre stime, delle 60.000 specie di piante medicinali e aromatiche raccolte a livello globale, quelle a rischio andrebbero dalle 1280 alle 9.000.

La coltivazione delle MAP: un trend crescente

Di fronte a questo rischio sistemico di insostenibilità a lungo termine, già dagli anni Novanta del secolo scorso le Linee guida sulla conservazione delle piante medicinali promosse da Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e WWF raccomandavano la transizione dalla raccolta selvatica alla coltivazione.

Una pratica in crescita se nel censimento del 2006 solo l’1% delle specie MAP proveniva da coltivazioni commerciali, e nello studio del 2022 Number of Medicinal and Aromatic Plant Species Under Cultivation Is Showing an Upward Trend Globally sono state riscontrate prove di coltivazione commerciale per 3.227 specie MAP in 162 diversi Paesi.

Piante medicinali ed aromatiche: coltivazione o raccolta?

Tuttavia, nel dibattito circa la sostenibilità a lungo termine dell’industria dei botanicals non tutto è a favore della raccolta o della coltivazione, e ci sono diversi pro e contro da valutare di volta in volta.

Dal punto di vista dell’industria di trasformazione, la coltivazione consente un maggior controllo a ogni livello: dall’intera catena di approvvigionamento alla variabilità chimica, dagli standard di qualità al prezzo e alla continuità di fornitura. D’altra parte, la coltivazione comporta costi superiori a quelli della raccolta o rischi sull’investimento che non sempre gli agricoltori possono sostenere da soli. Inoltre, il ricorso esclusivo alla coltivazione potrebbe dare luogo a fenomeni di monocoltura a detrimento della biodiversità.

La sostenibilità della raccolta in natura può essere parimenti problematica, in particolare per le specie a crescita lenta, con una distribuzione limitata o suscettibili di sovrasfruttamento.

Sostenibilità sociale e culturale

Oltre a ciò, ci sono anche preoccupazioni di sostenibilità sociale e culturale di cui tener conto. Le pratiche di raccolta delle MAP, infatti, garantiscono un reddito vitale a numerose popolazioni rurali marginalizzate e rappresentano un importante elemento dell’economia locale e della medicina tradizionale dei Paesi di origine, che potrebbero subire conseguenze irreparabili dal ricorso massiccio alla monocoltura o dallo spostamento della coltivazione nei paesi di trasformazione.

Che fare?

Questi dubbi e domande coinvolgono tutti gli attori dell’industria dei botanicals verso un commercio  equo che tenga conto di volta in volta della conservazione della biodiversità, dell’uso sostenibile delle risorse, del rispetto delle popolazioni locali e delle loro tradizioni, delle esigenze di qualità dei produttori, delle sostenibilità economica delle imprese e anche delle buone pratiche di agricoltura, tanto nei Paesi fornitori di materie prime quanto in quelli di trasformazione e produzione degli estratti.

Un approccio che EPO fa suo da sempre con responsabilità e garanzia di qualità, sicurezza e sostenibilità dei propri estratti. Da un lato infatti garantiamo l’approvvigionamento dell’intero raccolto sulla base del costo realmente sostenuto a piccoli agricoltori, prevalentemente locali, che investono in piante nuove coltivate in esclusiva per noi; dall’altro, attraverso le università, manteniamo viva la tradizione della raccolta legale di piante spontanee, affinché non si perda un vasto patrimonio culturale e una fonte di sostentamento per alcune economie rurali, nonché di empowerment femminile.

Scopri di più sul nostro Codice etico e gli impegni di EPO per la sostenibilità: www.eposrl.com/codice-etico/

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